di Giulio Isola, da “Avvenire”, 22/11/11
Detenuti che vivono «in spazi più angusti di quelli che la legge prevede per l’allevamento dei maiali» e l’amnistia come «unico strumento tecnico per interrompere la flagranza del delitto che si compie in Italia contro ogni diritto e contro la Costituzione». Il direttore di Tempi, Luigi Amicone, e il leader dei Radicali, Marco Pannella, sono tornati a sollevare il problema del sovraffollamento nelle carceri e, in una conferenza stampa congiunta presso la sede milanese del settimanale, hanno spiegato l’urgenza di ricorrere all’amnistia: «Per un Parlamento che sia consapevole della realtà del proprio Paese dovrebbe essere la prima iniziati- va da presentare al Governo», ha detto Amicone per il quale «non è giustizia l’illegalità incostituzionale in cui si trovano le carceri».
I numeri, d’altronde, parlano di un’emergenza ormai insostenibile. A fronte di una capienza massima di 45.572 detenuti, nei nostri istituti penitenziari carceri ne sono presenti almeno il 50% in più: 67.510, per l’esattezza, di cui 24.458 in stato di semilibertà, 14.445 ancora in attesa del primo giudizio e quasi 8mila dell’appello: «Abbiamo il record delle persone detenute in carcerazione preventiva – ha detto Amicone -: quasi la metà di chi si trova nel nostro circuito penitenziario, ovvero il 43%, non è stato giudicato e questo contro una media europea del25%». Già, l’Europa. Quella per la cui direttiva 911360 (recepita dall’Italia) recante modifiche sulle norme per la protezione dei maiali spiega come per l’alloggiamento dei verri la superficie minima consentita sia di 6 metri quadrati, ottimale, 9 metri quadrati. E quella che ci ha più volte condannati per casi come quello detenuto Izet Sulejmanovic, recluso a Rebibbia, che per tutto il corso della pena (2002-2003) ha avuto a sua disposizione 2,7 metri quadrati.
«Da un punto di vista di costi – ha proseguito Amicone – siamo sui 3 miliardi l’anno (29 in dieci anni): tutte risorse buttate via per non produrre nulla anche perché, invece, i costi per le attività di rieducazione dei detenuti, ovvero lo scopo del- la detenzione, sono di 11 centesimi al giorni, 3,5 euro al mese, a persona». «Bisogna interrompere questa flagranza di reato – ha poi aggiunto Marco Pannella -, questa violazione dei diritti umani, del diritto internazionale, europeo e costituzionale. Con l’amnistia – ha fatto notare il leader dei radicali – le vittime hanno delle tutele; se, invece, i reati cadono in prescrizione, niente, sono cancellati». Al centro dell’appello anche la scarsa informazione sul tema, sia da parte delle istituzioni, sia dalla stampa: «Su cose gravissime come queste -ha fatto ancora notare Pannella non c’è confronto nel Paese, si ha paura di raccontarle al popolo, il popolo non deve sapere; neanche nei talk show d’attualità televisivi se ne parla. Se non esplode uno scandalo, non si approva mai nulla».
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