di Maria Rita Giorgilli, da “Notizie Radicali”, 08-11-2011
“Militarismo: 1 Esasperazione dello spirito e del formalismo militare. 2 Preponderanza dei militari e dello spirito militare nella vita di uno Stato”
Fonte: Vocabolario Zingarelli della Lingua Italiana
Si, egregio ministro La Russa, siamo antimilitaristi. Non vogliamo cioè vivere nella “Esasperazione dello spirito e del formalismo militare”; né, tantomeno vogliamo una “Preponderanza dei militari e dello spirito militare nella vita di uno Stato”, del nostro Stato, dello Stato italiano.
Lei vorrebbe “trasferire i valori che animano le Forze armate all’intera comunità”. Ma la società civile ha spesso valori molto diversi da quelli delle forze armate. Laddove queste hanno una rigida gerarchia, essa vuole la mobilità sociale, al valore dell’obbedienza si contrappone quello della critica, all’intransigenza si contrappone la tolleranza, al machismo l’uguaglianza di genere. Esistono valori condivisi, certamente, ma non è pensabile, né auspicabile un “trasferimento” di quelli che sono precipui di un dato contesto, quello militare, e che possono essere applicati alla società civile solo imponendo un modello di stato definibile in una sola parola: fascista.
Noi, per contro, vogliamo uno stato democratico e una società fondata sulla pacifica convivenza, nel rispetto di regole condivise, con la facoltà di cambiare in maniera democratica quelle che non ci piacciono. Vogliamo anche un mondo pacificato, ove i popoli possano dialogare nel rispetto reciproco delle tradizioni, della cultura, delle religioni e, soprattutto, nel rispetto dei diritti fondamentali della persona umana: vita, salute, istruzione, partecipazione politica e sociale. Tutti i nostri sforzi sono volti ad ottenere questi risultati per il maggior numero di persone sul nostro pianeta. Per questo siamo antimilitaristi.
Ma non siamo antimilitari. Ci piacerebbe che il mondo intero fosse pacificato, ma siamo consapevoli che OGGI non è così. Interessi economici e politici, fondamentalismi religiosi di ogni genere (spesso fomentati e affiancati dagli interessi già citati), ignoranza, arroganza, paura: tutto questo fa si che la pace e anche la sola speranza di pace siano obiettivi tuttora irraggiungibili.
Siamo consapevoli che, sia pure ipoteticamente, potremmo essere fatti oggetto di azioni di guerra da parte di altre nazioni o popoli. Per questo abbiamo un esercito, che va valorizzato (non certo con il precariato! Non certo imponendo ai militari di truppa condizioni di vita umilianti!), strutture logistiche e strumentazioni che vanno mantenute efficienti.
Ma la chiave di lettura è tutta in quel “ipoteticamente”. “Ipoteticamente” significa che non ci troviamo attualmente in una situazione di timore ragionevole di invasione da parte di qualcuno. Non abbiamo nemici alle porte, né realistiche previsioni in tal senso. Qualche forsennato proclama di gruppi terroristici o genericamente violenti potrebbero attivare azioni aggressive, che vanno prevenute e combattute attraverso le ordinarie e straordinarie operazioni di controllo del territorio. Tutte cose che sono mancate, evidentemente, a Roma, il 15 ottobre scorso. Per incuria? Incapacità? O volontà di creare situazioni che potessero distogliere l’attenzione dalla protesta? Di fatto: una sostanziale responsabilità del governo nel gestire una situazione che altri Stati hanno fronteggiato con maggiore capacità e competenza.
La guerra è una tale, devastante, orrida, annichilente realtà, che non può essere paragonata a null’altro. Perciò non è lecito giocare alla guerra per un ministro della Repubblica Italiana, la cui Costituzione recita “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Eppure Lei, signor ministro, lo fa. E con Lei lo fa tutto il governo.
Voi giocate alla guerra. Lei, in particolare, memore di un passato fascista dal quale evidentemente non si è mai liberato, gioca a fare il comandante in campo. Lei (e tutto il governo) proponete l’acquisto di potentissime armi d’attacco totalmente inutili nell’attuale contesto italiano e internazionale e in parte avete già stanziato i fondi necessari.
Gli F35 sono cacciabombardieri di ultimissima generazione, in grado di sganciare anche bombe atomiche. Non venite a raccontarci che servono per le “missioni di pace”. Ammesso e non concesso che tali possano essere definiti gli interventi militari italiani nel mondo (e questo è lasciato alla valutazione di ciascun cittadino), gli F35 NON servono né per rifornire di viveri e medicinali, né per il trasporto degli uomini e mezzi, né per l’evacuazione dalle zone di pericolo.
GLI F35 SONO CACCIABOMBARDIERI!!!
Traduco per Lei, qualora non lo sapesse: aerei che servono a sganciare le BOMBE. Non mi risulta che le bombe siano strumenti di pace. Sono strumenti di GUERRA. Guerra d’attacco, non di difesa! Con i cacciabombardieri, egregio ministro, si va sui territori altrui, a portare devastazione e morte. Non ci si difende. Semmai, per la difesa, servono i mezzi contraerei. Ma sono sicura, egregio ministro, che Lei queste cose le sa, ma che confida nell’ignoranza, nella distrazione dei cittadini italiani, per poter acquistare i suoi giocattoli di guerra.
Però è una tattica che non funziona. È vero: noi cittadini oggi abbiamo cose gravissime di cui occuparci. Una crisi economica pericolosissima, disoccupazione, alluvioni, devastazioni del territorio, cultura alle corde, sanità allo sfacelo, ect… ect….
Tutti disastri cui una politica incompetente e inconcludente non riesce a fare fronte adeguatamente. Ma, vede, egregio sig. ministro, si dà il caso che il Suo incauto acquisto, appoggiato da tutto il governo, vada ad aggravare pesantemente proprio tutte le nostre preoccupazioni. La folle spesa di 20 miliardi di euro per l’acquisto e l’assemblaggio degli F35 corrisponde all’intera manovra economica di questa estate (e già si parla di ulteriori 14 miliardi da stanziare).
Cifre simili non possono essere definite, come Lei fa, “qualche aspetto microscopico” nei bilanci dello stato. Tutti i sacrifici economici e sociali che ci sono stati richiesti, anzi IMPOSTI, con la manovra economica, possono essere evitati con la sola rinuncia all’acquisto di queste inutili armi di guerra. Non ci sono soldi da sprecare nell’acquisto degli F35.
Mentre scorrono in televisione le immagini di morte provocate dall’alluvione in Liguria, con il ricordo sempre presente delle precedenti alluvioni, del terremoto in Abruzzo, delle innumerevoli frane che devastano l’Italia, la ragione mi dice che se si fanno spese straordinarie, queste devono essere indirizzate prima di tutto alla tutela del territorio e alla prevenzione delle conseguenze dei disastri naturali.
L’Italia va difesa, si, ma non da guerre improbabili portate da nemici creati dalla paranoia politica: va difesa dalle frane, dalle alluvioni, dai terremoti. L’Italia va difesa dall’incuria di una classe politica troppo attenta ai propri privilegi, troppo abbarbicata alle proprie poltrone, assente dalla vita sociale della gente comune.
Una classe politica, di cui Lei è un degno rappresentante, che pensa che l’acquisto d’inutili armi da guerra sia così importante e urgente da accantonare o da annullare del tutto: le politiche sociali per le fasce di popolazione più deboli, gli interventi di stimolo alla ricerca; la ricostruzione delle zone terremotate, la tutela del territorio, la cultura e l’arte, le scuole e la sanità, gli aiuti alle imprese… e potrei continuare per pagine e pagine….
Sono le cose che interessano noi cittadini, egregio sig. ministro. Sono le cose che ci servono. Sono le cose che vogliamo da uno Stato che sia il NOSTRO Stato. Uno stato che non vogliamo che sia MILITARISTA. Per questo noi, cittadini, difendiamo il nostro diritto di ficcare il naso nelle leggi finanziarie e nei bilanci del NOSTRO Paese, comprese le spese militari inutili e dannose che voi ministri vi arrogate l’illecito diritto di imporci contro la nostra volontà, contro ogni elementare regola di buon senso.
La sfido, egregio sig. ministro, a trovare un cittadino disoccupato, o un alluvionato, o un precario, o un terremotato, o un medico di un ospedale che verrà chiuso, o un malato, o uno studente, o un portatore di handicap, o un insegnante, che ritengano importante, urgente e necessario l’acquisto degli F35 alla non modica cifra di euro 20.000.000.000 (ventimiliardi !).
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