patto fra boss calabresi e marsigliesi per allontanar i venditori ambulanti abusivi dal mercato del venerdì; accordo fra boss: Giovanni Tagliamento, re della contraffazione, vicino alla camorra napoletana, e Peppino Marcianò, principale referente della ‘ndrangheta calabrese nell’estremo ponente. Ipotesi suffragata da vari elementi di fatto, emersa nella relazione della commissione parlamentare antimafia, riunita a Genova sotto la presidenza di Beppe Pisanu. In essa: a) patto di non belligeranza tra membri delle varie cosche dell’estremo ponente, affiliati a camorra, ‘ndrangheta e, notizia degli ultimi mesi, pure alla mafia siciliana; b) espliciti contatti d’amicizia tra Tagliamento e Marcianò, uniti dal tacito accodo di non pestarsi i piedi a vicenda. Dopo la fuga in Costa Azzura, il 1° avrebbe incontrato a Mentone, grazie alla mediazione del 2°, un altro esponente di spicco della criminalità calabrese: Teodoro Mazzaferro, cosca Piromalli. Obiettivo: riprender il mercato del traffico degli stupefacenti e della merce contraffatta, giro d’affari di svariati milioni l’anno, ormai passato in mano a nordafricani e senegalesi. In tale contesto (estate 2006) sarebbe maturato il patto anti vu’ cumprà: dalla vicina Francia, il boss napoletano doveva metter ordine negli affari di famiglia, con il fratellastro Alberino, altro big indiscusso della contraffazione; e da parte sua, la criminalità calabrese doveva porre fine all’assedio settimanale delle forze dell’ordine che, per placar le ire dei commercianti [per lo più massoni, ndr], avevano istituito continui blitz e intervenivano ogni venerdì. In quei giorni, nella città di confine vi erano molte decine di venditori abusivi senegalesi, accampati perfino davanti al municipio; il venerdì, poi, erano centinaia, promotori di un vero e proprio mercato parallelo sul lungo Roja, finito alla ribalta sui quotidiani di mezza Europa. Malgrado un blitz in grande stile, organizzato quando ormai non si trovava più una falsa griffe neanche a pagarla oro, nessuno era mai riuscito a spiegar come, all’improvviso, fossero semplicemente spariti da un giorno all’altro; e soprattutto come mai non fossero mai più tornati, benché ricercatissimi dai francesi. L’ipotesi è che quel rendez vous del 2006 a Mentone abbia permesso di siglar un patto preciso: la contraffazione sarebbe rimasta nelle sole mani dell’esponente dei clan napoletani, a patto, però, che la vendita si fermasse a Sanremo, per liberar Ventimiglia dall’assedio delle forze dell’ordine. http://www.ilsecoloxi… [3]
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Fonte: http://grupporadicaleadelefaccio.wordpress.com/2011/10/24/cose-dellaltro-mondo-cosi-sparirono-i-vu-cumpra/ [14]