di Luigi Roano, da “Il Mattino”, 21-10-2011
Si all’assemblea del popolo, cautela sui referendum e grandi aperture alla democrazia partecipata come forma di consultazione della gente e pungolo per chi rappresenta le Istituzioni. Il presidente del Consiglio comunale Raimondo Pasquino non è preoccupato di eventuali sovrapposizioni. Anzi – secondo il rettore dell’università di Salerno -l’organismo nascente potrebbe rappresentare per la politica una opportunità di riavvicinarsi ai cittadini. Allora presidente, l’assemblea del popolo svuoterà di contenuti il Consiglio comunale?
«No, il principio mi sembra buono, far partecipare la cittadinanza per coniugare la democrazia rappresentativa con la democrazia partecipativa lo trovo positivo. Il sindaco e l’assessore Alberto Lucarelli sono molto determinati e l’assessore ha strumenti giuridici per sciogliere i nodi del non conflitto dell’attribuzione dei poteri, credo che alla fine può venirne fuori un risultato positivo. Poi bisognerà capire in corso d’opera come realmente possa incidere la volontà popolare rispetto alle decisioni della democrazia rappresentativa».
C’è il rischio di un appesantimento del processo decisionale già non celerissimo?
«Ho avuto modo di partecipare a un’assemblea a Palazzo Fuga, devo dire che a parte qualche protagonismo, il regolamento è chiaro. Le proposte formulate possono essere recepite oppure motivatamente respinte. C’è stato già un recente esempio sulla questione Bagnoli e Coppa America. Non vedo la democrazia partecipativa come una contrapposizione a quella rappresentativa ma come un completamento di quelli che sono gli strumenti di condivisione. Talvolta le progettualità possono partire anche dal basso».
Questo Laboratorio Napoli può essere la risposta alla voglia di cambiamento che c’è per una nuova politica. Può diventare davvero un modello nazionale Napoli?
«È ovvio che l’augurio è di essere l’esempio per il recupero della politica. Mi accontenterei tuttavia nella prima fase anche di un laboratorio per Napoli. Questo consiglio comunale sta partecipando attivamente ai lavori, sono presenti sempre almeno 45 consiglieri su 48. Una partecipazione che significa che il consigliere sta recuperando un primo valore: il titolo di esponente della democrazia rappresentativa e la esercita. Se l’assemblea popolare serve per fare questo esercizio nel merito, è una opportunità. L’assemblea popolare può essere da stimolo per tutti». Su quali temi potrebbe intervenire il popolo? «Penso ai rifiuti, senza la partecipazione al progetto dei napoletani è impossibile risolverlo e far capire cosa significhi la differenziata. Poi i trasporti, le ztl l’ambiente, il traffico».
I referendum sono un giusto strumento?
«È un’arma a doppio taglio e poi costano. Non sono contrario ma in questa fase ci andrei cauto come giustamente dice Lucarelli».
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