da “È vita” (Avvenire), il 06/10/11
Al via una nuova fase di confronto e dibattito per le Dichiarazioni anticipare di trattamento. In commissione igiene e sanità di Palazzo Madama è infatti iniziato un nuovo ciclo di audizioni per il ddl tornato al Senato dopo due anni.
Dal 13 settembre il gruppo guidato da Antonio Tomassini (Pdl) è al lavoro per portare in aula il testo sul fine vita, analizzando le modifiche introdotte dalla Camera dopo la prima versione approvata al Senato nel 2009. Dopo la lunga elaborazione e le numerose audizioni già svolte, l’ufficio di presidenza, su iniziativa di Donatella Poretti (Pd-radicali) e l’appoggio di alcuni colleghi di partito e dell’Idv, ha stabilito che si svolgano altre audizioni prima di procedere alla discussione e alla proposta di nuovi emendamenti. Ma i tempi previsti saranno brevi, dovendosi svolgere tutti gli incontri consultivi entro il 12 ottobre, mentre il giorno successivo dovrebbe avere luogo la discussione generale.
Il calendario prevede che siano sentite la Società italiana di nutrizione enterale e parenterale (Sinpe), il Centro nazionale trapianti, la Società italiana di medicina legale e delle assicurazioni (Simla), la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg),la Federazione nazionale dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), la Società italiana di cure palliative (Sicp), la Commissione nazionale cure palliative e terapie del dolore, la Società italiana di neurologia (Sin) e un esperto dell’Istituto neurologico Besta di Milano. Questa settimana non si terranno audizioni, mentre si è svolto la settimana scorsa l’incontro con il coordinatore del gruppo di studio di bioetica della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), Giuseppe Gristina.
La posizione espressa è piuttosto critica nei confronti del disegno di legge, contestato dal punto di vista scientifico sotto doversi profili, tra cui quello relativo alla definizione del momento in cui le Dat assumono valore, ossia quando “il soggetto si trovi nell’incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze per accertata assenza di attività cerebrale integrativa corticosottocorticale e, pertanto, non possa assumere decisioni che lo riguardano” (articolo 3, comma 5). Una definizione ritenuta dalla Siaarti equivalente a quella della morte del soggetto.
Osservazioni di segno negativo sono state anche espresse all’impianto generale della legge, considerata limitante del consenso informato e della vera alleanza terapeutica.
Oltre alle audizioni previste, la commissione ha deciso di acquisire una pubblicazione dell’ Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” e un contributo del Dipartimento welfare e nuovi diritti della Cgil.
Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=4610 [4]