GORIZIA - Neppure il traino della consultazione nazionale è bastato. I tre referendum consultivi comunali non hanno raggiunto il quorum. Ieri alle 20, alla chiusura dei seggi, aveva votato appena il 24,90 per cento degli aventi diritto: soltanto un goriziano su quattro ha scelto di mettere una croce anche sui tre quesiti sull’abolizione del quorum per i referendum consultivi comunali (affluenza finale del 24,90%), sulla diversa composizione del Comitato dei garanti (24,89%) e sulla proposta di istituire la delibera di iniziativa popolare (24,90%).
Alla fine, dei 30.944 potenziali elettori, hanno varcato la porta dei 17 uffici di sezione delegati alle operazioni appena in 7.706. «Considero l’aver superato quota 20 per cento un risultato miracoloso», commenta a caldo Pietro Pipi, presidente dell’associazione “Trasparenza è partecipazione”, promotrice dei referendum. Per l’esponente radicale, «c’è stata assoluta mancanza d’informazione da parte dei media e dell’amministrazione comunale, che ha fatto di tutto per mandare a monte la consultazione con balletti su date, modalità di voto, costi», rileva Pipi, che nel pomeriggio ha affidato alle pagine di Facebook la propria rabbia per le «ingestibili e vergognose file» fuori dai seggi: «Non si capisce perché allestire così poche sezioni per i comunali, così come rimane un mistero il perché non si sia potuto autorizzare il voto anche lunedì: siamo pronti su questo punto a intraprendere un’iniziativa parlamentare», annuncia.
Per il sindaco, Ettore Romoli, « abbinare referendum locali e nazionali si è rivelato un errore: l’effetto traino non è esistito, complice anche una scarsa informazione da parte del comitato promotore, che avrebbe dovuto spiegare ai cittadini le questioni sollevate dai referendum». (chr.s.)
da IL MESSAGGERO VENETO (Gorizia) 13/06/2011 – Referendum senza quorum, i promotori accusano il Comune [3]
Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/Radicalifvg/~3/H_hr1La91f8/ [4]
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