da “ilmattino.it” – 08-06-2011
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Scontri, feriti, tende incendiate. Caos e devastazione, la scorsa notte, al Centro di identificazione ed espulsione di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Fatti «gravi» in virtù dei quali la Procura ha disposto il sequestro probatorio dei luoghi dove sono avvenuti gli incidenti. Un’inchiesta, quella aperta, che vuole far luce su quanto accaduto e identificare, così, i responsabili. Una notte lunga, quella al Cie di Santa Maria Capua Vetere. Piena di tensioni. Una notte che viene ricostruita in maniera diametralmente opposta dalla polizia, da un lato, e dall’Arci e dalla Rete antirazzista campana, dall’altro.
Secondo la polizia nel centro qualcuno dei circa 90 immigrati attualmente ospiti, avrebbe appiccato il fuoco ad alcune tende e con i supporti in ferro delle stesse avrebbe tentato di fuggire forzando il blocco delle forze dell’ordine. Negli scontri, ricostruiti dal questore di Caserta, Guido Longo, sono rimasti contusi e feriti cinque tra poliziotti e carabinieri. Feriti anche alcuni immigrati. E poi le fiamme, che hanno distrutto circa 10 tende e i servizi igienici. Altra versione invece quella fornita dalla Rete antirazzista e dall’Arci. Secondo loro, e soprattutto secondo quanto denunciato da otto immigrati tunisini al numero verde per richiedenti e titolari di protezione internazionale dell’Arci, gli scontri sarebbero nati dalla protesta di un ragazzo, un tunisino a cui è stata negata la possibilità di uscire dal centro per tornare in Tunisia dopo aver appreso della morte del fratello.
Gli immigrati avrebbero protestato e la polizia avrebbe reagito con il lancio di lacrimogeni che avrebbe, poi, incendiato le tende. Non solo. Sempre secondo quanto denunciano l’Arci, la Rete antirazzista e anche alcuni sindacati, diversi immigrati si sono resi vittime di atti di autolesionismo, ingerendo pezzi di vetro e candeggina. Quel che è certo, e il procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo, lo conferma in pieno, è che il centro è ora devastato. Il sequestro probatorio servirà ad acquisire elementi e tracce dei reati commessi. Ora resta da capire se gli immigrati resteranno ospiti nel Cie o se, in seguito a quanto avvenuto, saranno trasferiti altrove. Diverse, già in passato, sono state le denunce relative alle difficili condizioni di vita all’interno del Cie. Anche oggi i sindacati come la Uil e la Cgil hanno parlato di «condizioni indegne, al limite del disumano».
Condividi [3]Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=3654 [4]