“tante le grinte, le ghigne, i musi,
vagli a spiegare che è primavera
e poi lo sanno ma preferiscono
vederla togliere a chi va in galera”
Così cantava Fabrizio de Andrè descrivendo la carcerazione nel nostro Paese.
L’ Italia, patria del diritto, una delle più grandi democrazie al mondo!
In un effettivo stato di diritto, il soggetto che commette atti criminosi viene colpito dalla legge tramite una pena atta alla rieducazione e al reinserimento nel tessuto sociale. Data tale premessa, il nostro bel paese sembrerebbe essere una democrazia solo sulla carta; basta abbandonare le nostre accoglienti case e visitare quei gironi infernali che sono le carceri della partitocrazia italiana per rendersene conto.
Questo è stato uno dei punti cardini trattato nella conferenza del 6 giugno svoltasi alla Camera Penale del Tribunale di Napoli a cui ha partecipato la senatrice Donatella Poretti. La nostra compagna, il cui intervento è stato preceduto dalla proiezione di un video girato in diversi OPG (ospedali psichiatrici giudiziari), ha denunciato le condizioni miserevoli dei carcerati, testimoniando come a tutti i soggetti ritenuti incapaci di intendere e di volere in sede processuale non venga garantito un programma sanitario e di assistenza psichiatrica adeguata, come la cura sia scollegata dalla pena.
I detenuti degli OPG più che curati vengono tenuti in stato di sedazione, spesso legati a letti per giorni interi, abbandonati completamente dallo Stato italiano che dovrebbe tutelarli.
La senatrice ha colpito la platea dicendo che per fortuna il video non emanava gli odori di quei luoghi, perchè quelli avrebbero significato più di tante parole, evocando sensazioni forti, da pugno allo stomaco. Un momento emozionante, di quelli che fanno bene perchè danno la forza per trasformare l’indignazione e la rabbia in azione e mobilitazione. Se democrazia vuol dire partecipazione è dovere del popolo italiano sostenere Marco Pannella e la lotta radicale per l’amnistia e i diritti dei carcerati affinchè l’ Italia torni ad essere una democrazia e uno stato GARANTISTA che abbia davvero come obiettivo la rieducazione del soggetto reo e la rintegrazione nella società!
Rosario Scognamiglio – studente Facoltà di Giurisprudenza, Univ. Federico II Napoli
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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=3603 [4]