Articolo pubblicato il 04/06/2011 nella sezione Associazioni
ACCORDO TAMOIL: "TANTE PROMESSE MA NESSUNA CERTEZZA"
Prendiamone atto. Nell'accordo sottoscritto in data 1-2 aprile 2011 tra societ Tamoil Raffinazione, parti sociali ed enti istituzionali sono contenute molte promesse: la messa in sicurezza e la bonifica di tutti gli impianti dismessi; la bonifica di suolo, sottosuolo e acque sotterranee impattate dall'attivit industriale condotta sul sito della raffineria; il ripristino ambientale di terreni insaturi e acque di falda delle aree rivierasche; un nuovo piano di re-industrializzazione delle aree dismesse. E, per quanto riguarda i lavoratori: una dote di 85 mila euro per integrare il reddito dei dipendenti Tamoil in cerca di una nuovo lavoro; incentivi alle imprese che li assumono e, fuori sacco (in quanto di questo impegno finanziario non c' traccia nell'accordo), un contributo di 200 mila euro per il 'fondo di solidariet' istituito dalla Provincia di Cremona. Riguardo a tale fondo, che dovrebbe andare a vantaggio dell'indotto Tamoil, c' poco da stare allegri. Come ha correttamente fatto rilevare Giuseppe Torchio nel corso del consiglio provinciale di ieri, ammesso che la Tamoil metta concretamente mano al portafoglio, stiamo parlando di una cifra irrisoria a beneficio dei lavoratori: circa 1.500 euro pro-capite. E chi s' visto, s' visto.
Ma quello che pi ci preoccupa sono gli impegni assunti da Tamoil in ordine alla bonifica ambientale e al piano di attivit industriale successivo alla cessazione della raffineria. Ancora una volta ci rivolgiamo agli enti istituzionali che hanno sottoscritto l'accordo per chiedere loro: dove sono i piani e i progetti, quali sono le modalit, i tempi di esecuzione, la quantificazione dei costi da sostenere? Ma soprattutto: quali garanzie concrete ha fornito Tamoil in merito agli impegni presi?
Nell'accordo del 1 aprile 2011 non specificato nulla. Solo poche e generiche parole sottoscritte dal ramo d'azienda moribondo (Tamoil Raffinazione spa) della galassia libica, ancora saldamente nelle mani del clan Gheddafi, nonostante le sanzioni dell'ONU e dell'UE.
Lo ripetiamo: siamo in presenza di un accordo scritto sulla sabbia. E' quindi urgente, indispensabile dare seguito alla proposta radicale perch innanzitutto siano congelati i capitali della societ capofila (Tamoil Italia spa) prima che i gerarchi libici li facciano sparire.
Sergio Ravelli, segretario dell'Associazione radicale Piero Welby di Cremona
http://www.radicalicremona.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1762
Fonte: http://www.radicalicremona.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1762