Latronico, 25 maggio 2011
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani.
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Intanto, gioverà ricordare quello che nel luglio 2010 scrivevo nel dossier sui veleni industriali e politici della Basilicata, in una proposta intitolata Anagrafe pubblica della “monnezza”:“L’esperienza lucana ci porta ad affermare che occorre lavorare sul fronte della trasparenza anche per quanto riguarda la produzione dei rifiuti. I cittadini devono poter conoscere quali e quanti rifiuti producono le aziende e anche i codici Cer attribuiti a questi rifiuti. I cittadini dovrebbero poter conoscere quali e quanti rifiuti movimentano società come la Tecnoparco Val Basento, o la Semataf, o la quantità di fanghi petroliferi prodotti dalle attività estrattive e la loro destinazione; dovrebbero poter conoscere i percorsi della “monnezza” e la “monnezza” prodotta dalle aziende.Insomma, un controllo diffuso del ciclo dei rifiuti. Il Mud (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale), meglio noto come 740 ecologico (istituito con la legge n.70/1994) è un modello attraverso il quale devono essere denunciati i rifiuti pericolosi prodotti dalle attività economiche, i rifiuti raccolti dal comune e quelli smaltiti, avviati a recupero o trasportati nell’anno precedente la dichiarazione. A nostro avviso, l’accesso ai MUD nella loro versione integrale dovrebbe essere garantito attraverso la pubblicazione degli stessi sul sito delle Camere di Commercio, delle Aziende e di tutti i soggetti tenuti alla dichiarazione ambientale. In poche parole, la tracciabilità dei rifiuti di cui parla il Ministero dell’Ambiente, nel presentare il Sistri (sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti), deve essere garantita a tutti i cittadini”.
L’ottimo Massimiliano Iervolino ha elaborato nei giorni scorsi una proposta denominata “ANAGRAFE PUBBLICA RELATIVA ALLA RACCOLTA, AL RECUPERO, ALLO SMALTIMENT?O E AGLI IMPIANTI DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI”. Se dovesse essere approvata, potrebbe risolvere almeno sul fronte degli RSU il problema del cronico ritardo dei dati forniti dall’Ispra. Di certo, però, resterebbe aperta la questione dei rifiuti speciali e pericolosi. Penso ad esempio a quelli derivanti dalle attività petrolifere. Basti pensare che il catasto rifiuti dell’Arpab, solo poche settimane fa, mi ha fornito dati aggiornati al 2008. Gli unici di cui disponeva.
Approfondimenti:
http://lucania.ilcannocchiale.it/post/2651747.html
29 Maggio, 2011 - 22:40
Rassegna Stampa/Comunicati
Fonte: http://lucania.ilcannocchiale.it/post/2651747.html [5]