Da “Il Corriere del Mezzogiorno”, 27-05-2011
Caro direttore, rispondo all’appello rivoltomi da Ernesto Caccavale a proposito del ballottaggio tra Lettieri e de Magistris.
Carissimo Ernesto, per secoli – e oggi di nuovo – i boss delle supreme cupole mafiose e camorriste hanno sogghignato: «dateci le prove». Organizzazioni non solamente di base, «parastatalmente» antistatali, fino al maxi-processo di Palermo, cantavano vittoria e questa nenia «garantista». Ora, non ti rendi conto che contro il mostro de Magistris si mobilitarono, subito, cosca e camorra vincenti, al Potere, da Roma a Caltanissetta e Milano. E i boss ora come allora: «le prove!». Accadde qualcosa del genere quando si stava mobilitando con la famiglia «magistratura progressista» contro famiglia Andreotti. Per cominciare fu fatto fuori Lima; Falcone comprese e cercò di ostacolare il disegno. Mal gliene incorse, anche prima di quello conclusivo.
Il sessantennio partitocratico e il suo «attuale» regime berlusconian-d’alemiano costituiscono poc’altro, dunque, che la grande cosca trionfante. Efficacissima, com’è – di «Stato» ed esercito – nel decapitare e assorbire le concorrenze, i loro boss e bottini. Sta passando intanto a privatizzarsi spiagge, mare, montagne e territori desertificati o giunglificati non solo nel Sud; a Bagnoli o al Vesuvio, così per dire.
In questo Eden… martuscellian-bassoliniano-berlusconiano, il pericolo dunque sarebbe – anche per te – il mostro de Magistris «che-non-ha-fornito-le-prove»! Ma che bel «testo»! però, non ti dispiaccia c’è, pur sempre con il solito Leonardo Sciascia… il «contesto». Già, Leonardo, il massimo ispiratore e regista della nostra, radicale, splendida e vincente lotta, contro una banda «garantista» e delinquenziale di magistrati, giornalisti, politici «napoletani» ma quanto nazionali, romani, lotta per e con Enzo Tortora. Manca qualcosa: la realtà, il contesto storico-politico, economico e sociale: il Potere nell’evocazione del mostro: le mostruosità storiche, gigantesche non più solo ideologiche ma mortalmente anche idrogeologiche di Calabria e Lucania, il mio e nostro Regno delle Due Sicilie e quell’altro repubblican-pontificio e radeskian-padano.
I nuovi «boss» sino a poco fa ancora sogghignavano, stavano facendo felicemente strage dei loro concorrenti e annettendosene – come detto – organizzazioni e bottini. Ma, dopo i risultati elettorali amministrativi, sembrano ora terrorizzati; e non più, certo, da Casalesi e altre vecchie famiglie ormai perdenti nei loro confronti. D’un tratto sembran terrorizzati per i ballottaggi di domenica prossima a Napoli e Milano, in particolare. Perfino una borghesia nazionale, della quale sembrava essersi persa ogni traccia, in queste ore niente po’ po’ di meno che Cesare Romiti o l’ex presidente nazionale della Confindustria, il napoletano Antonio D’Amato, intellettuali, imprenditori imprevisti, e oggi Roberto Saviano scendono in campo: a sostegno del popolo milanese e del popolo napoletano, e i loro mostri Pisapia e de Magistris.
Qual è l’alternativa: Lettieri? Che ha fatto, chi è? Chi lo conosce come possibile sindaco tutt’al più della cara Afragola? Certo, a Nola, con lui c’è il solo Punzo. Chissà chi ce l’ha messo un socio di Montezemolo, quello del più importante interporto commerciale europeo: garanzia, di grande indipendenza, trasparenza, democraticità! Ottima traccia, carissimo Ernesto, di imprenditoria garantista.
Per finire, condivido ovviamente cultura, animo, scelte di Roberto Saviano, il grande meridionale a livello di storia europea che ci mancava, tremendamente, ormai da qualche generazione. «Silenzio dei garantisti»? Solo perché da decenni ormai, noi radicali siamo vietati e clandestinizzati, aboliti dalla «informazione» del Regime «garantista» caro Ernesto? No, con il popolo napoletano, continuo a riconoscermi e volere, come esponente della nostra parte, in questa storica occasione, Luigi de Magistris.
P.S. – Lettieri? Non scherziamo. Persino il povero Silvio grida oggi: candidati inadeguati. Lo comprendo. So che de Magistris è una formidabile, popolare possibilità di rottura della maledetta nostra storia napoletana che, messo tra parentesi quel che di meno indecente ha prodotto, è quella che va da Achille Lauro ad Antonio Bassolino. Di questa storia Lettieri costituirebbe appena appena – e tragicamente l’ultima figurina e figuraccia. Mentre de Magistris sarebbe certamente, almeno una rottura radicale. Già questo potrebbe rappresentare un evento storico. Per divenirlo forse basterebbe responsabilmente associare – annunciandolo – con un nome storico, europeo, un grande maestro come Aldo Loris Rossi. In tal caso sarebbe non più «solamente» una miracolosa rottura, ma una duratura grande alternativa. Aggiungo e mi auguro che il nuovo nostro sindaco di Napoli saluti e onori Roberto Saviano come una personalità che è tornata a offrire al mondo e finalmente a se stessa.
Condividi [3]Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=3455 [4]