Da Un destino parallelo. La storia del mondo vista attraverso lo sguardo dell'Islam [3].
Ibn Taymiyah [4] mitizzava la perfezione della vita in quella prima comunità, riferendosi ai compagni di Maometto come al-salaf al-salihin, 'i Pii Predecessori'. Versioni delle sue dottrine riemersero poi in India e in Nordafrica in un movimento chiamato salafismo, che è giunto fino ai nostri giorni. La parola appare spesso negli articoli di giornale che parlano degli "islamisti". È qui che tutto ha avuto inizio, all'ombra dell'olocausto mongolo.
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Ibn Taymiyah non riassume l'islam, neanche quello del XIII secolo - esistono tante scuole di pensiero e approcci diversi -, ma proprio quell'atteggiamento che faceva così infuriare il clero e le autorità portò tanti altri ad ammirarlo. Ibn Taymiyah apparteneva alla scuola di giurisprudenza musulmana fondata da Ibn Hanbal [5], quello studioso dell'era abbaside che aveva preso fermamente posizione contro il primato e la sufficienza della ragione. Ibn Hanbal aveva privilegiato una interpretazione molto letterale del Corano e dei metodi estremamente rigidi per applicare i suoi insegnamenti, rifiutando quasi del tutto anche il ragionamento analogico come strumento per diffondere le dottrine; e così fece anche Ibn Taymiyah. Entrambi avevano un temperamento duro, combattivo e inflessibile. Il fatto che tutti e due andarono in prigione per le loro idee finì per nobilitarne l'eredità, a prescindere dai meriti intellettuali che potesse avere il loro pensiero.
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http://www.radicalisenzafissadimora.org/2011/04/chi-sono-i-salafiti-e-cosa-vogliono.html
17 Aprile, 2011 - 16:00
Islam
Fonte: http://www.radicalisenzafissadimora.org/2011/04/chi-sono-i-salafiti-e-cosa-vogliono.html [6]