Ha ingerito un sostanzioso quantitativo di psicofarmaci per denunciare le difficoltà che ha nel comunicare con i suoi familiari. A evitargli forti malori il tempestivo intervento degli agenti di polizia penitenziaria che lo hanno soccorso e trasportato in ospedale per le cure del caso. Protagonista di questo nuovo episodio autolesionistico nel carcere di Sulmona, un detenuto siciliano di 40 anni, collaboratore di giustizia. L’uomo è stato tenuto sotto osservazione per alcune ore nella cella dell’ospedale riservata ai detenuti, poi quando gli esami clinici sono rientrati nella norma è stato riportato in carcere.
Tra l’altro i medici hanno deciso di non sottoporlo a lavanda gastrica, proprio perché la situazione è stata sempre sotto controllo. Secondo quanto si è appreso, il collaboratore di giustizia siciliano ha messo in scena la protesta dopo che gli sarebbero stati negati alcuni permessi per tornare a casa e per poter incontrare i suoi familiari. Da diverso tempo, l’uomo non ha contatti con la moglie detenuta anche lei in un altro carcere della Penisola, e ha chiesto al giudice di sorveglianza del tribunale dell’Aquila, di poter tornare a casa in Sicilia per alcuni giorni, per poter incontrare i suoi familiari e avere notizie anche della moglie. Evidentemente il giudice ha ritenuto non opportuno e pericoloso concedergli una licenza premio e ha risposto negativamente. Da qui è partita la protesta del detenuto.
http://detenutoignoto.blogspot.com/2011/02/sulmona-negati-permessi-per-incontrare.html
16 Febbraio, 2011 - 19:59
Fonte: http://detenutoignoto.blogspot.com/2011/02/sulmona-negati-permessi-per-incontrare.html [3]