di ANDREA SPINELLI BARRILE, da www.agenziaradicale.com [3] 3-02-2011
La Corte Costituzionale ha stabilito l’incostituzionalità dell’articolo 4 del decreto legislativo 31/10: tale articolo disciplina la localizzazione, la realizzazione e l’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione elettrica da nucleare, degli impianti di fabbricazione di combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile e dei rifiuti radioattivi.
Secondo quanto stabilito dalla Consulta l’illegittimità è ravvisata “nella parte in cui non prevede che la Regione interessata esprima il proprio parere in ordine al rilascio dell’autorizzazione unica”. Parole complesse quelle dei giudici costituzionali, atte a disciplinare una delle riforme energetiche più importanti (per costi, impatto ambientale e discussione sociale) dell’Italia repubblicana.
Nella sostanza, i giudici dichiarano che le Regioni devono necessariamente esprimere un parere, che non sarà vincolante, alla Conferenza Unificata, in ordine al rilascio delle concessioni e dell’autorizzazione unica per la costruzione degli impianti necessari alla produzione di energia nucleare.
Tale pronunciamento era stato sollecitato dalle regioni Toscana, Emilia Romagna e Puglia; in una precedente decisione, a novembre, la stessa Consulta aveva bocciato le leggi regionali di Basilicata, Campania e Puglia, che vietavano l’installazione su questi territori di qualunque impianto per la produzione di energia nucleare e di stoccaggio dei rifiuti. Insomma, si complica enormemente la prima fase decisionale sugli impianti.
Il risultato è evidente: nel complicato gioco-forza tra Governo e Regioni sul piano energetico nazionale (che include le quote sul nucleare) queste ultime acquisiscono un ruolo importante, che potrebbe rinforzarsi con il tempo. Insomma la Consulta chiede, ad un Italia che aspira (almeno a parole) ad essere federalista, una vera gestione federale dell’energia nucleare.
Il Ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, spiega che tali sentenze della Consulta “non sono contro il nucleare. Per noi è comunque fondamentale ricercare una condivisione delle scelte”. Il Presidente pugliese Nichi Vendola invece incassa con soddisfazione la sentenza della Consulta, che dimostra che questo governo è “il più centralista della storia d’Europa”, tentando di scavalcare questo centralismo con una legge regionale dichiarata incostituzionale il novembre scorso.
Nel frattempo il Consiglio dei Ministri ha approvato il direttivo dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, che si riunirà sotto la presidenza Veronesi tra pochi giorni e dovrà decidere entro il 2015, tra le varie scelte complesse ed impopolari che il nucleare comporta, anche il sito del deposito nazionale di scorie nucleari, come imposto da una delibera europea.
Condividi [4]Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=3348 [5]