Storica sentenza in Sudafrica per lo Stato di diritto contro il Presidente Zuma

11/04/2016

Giovedì 31 marzo si è concluso, per modo di dire, lo scandalo “Nkandla” con il categorico verdetto di nove giudici che hanno condannato il presidente Jacob Zuma a rimborsare lo Stato sudafricano per i quindici milioni di euro circa di denaro pubblico spesi nella sua proprietà privata per costruire un anfiteatro, una piscina e un recinto kraal per il bestiame, giustificati come spese per “motivi di sicurezza”.

Zuma si è scusato in un discorso televisivo alla nazione ammettendo il ricorso a fondi pubblici, in violazione del suo dovere costituzionale: «Rispetto il giudizio e mi atterrò ad esso».

Se la vicenda “Nkandla” ha attestato una certa scomparsa della distinzione tra partito di governo e istituzioni statali, sfinite nelle pratiche di corruzione e clientelismo e repressione della libertà di stampa, la storica sentenza della Corte Suprema è stata accolta dal popolo e dai media come la fine di un'epoca di “democrazia reale” e un invito a tutti i cittadini della Repubblica al rispetto dello Stato di diritto.

Ed è proprio questa vicenda, il cui epilogo si mostra in queste ore con una prima fragile mozione di impeachment in discussione al parlamento, che si coglie come l'affermarsi dello Stato di diritto non può prescindere dal “diritto alla conoscenza” che è innanzitutto conoscenza di quel che il Potere compie in nome e per conto dei suoi cittadini e dei motivi per cui i governi prendono determinate decisioni, conoscenza indispensabile per affermare un principio di universalità dei diritti e di responsabilità “partecipata” tra Stato e cittadino.

http://www.radicalparty.org/it/content/storica-sentenza-sudafrica-lo-stato-di-diritto-contro-il-presidente-zuma

Fonte: http://www.radicalparty.org/it/content/storica-sentenza-sudafrica-lo-stato-di-diritto-contro-il-presidente-zuma